Aegos si voltò di scatto nel sentire la voce di Clio.
Allora i suoi occhi azzurri percorsero l'intera figura della bella padrona.
“Buongiorno...” disse con un sorriso scanzonato e vagamente irriverente, per poi posare a terra il secchio pieno d'acqua “... immagino siate l'altra padrona...” senza smettere di guardarla “... Stuarto mi aveva detto che il palazzo aveva due proprietarie.” Col tono di chi sta guardando un piatto molto appetitoso. “Ercole? Subito, madama.”
Si voltò, raggiunse il cavallo e lo portò fuori, mettendogli poi briglie e sella.
“Tutto pronto per voi, madama.” Con un inchino teatrale lui.
"Speriamo solo che il tuo amante abbia ragione..." disse Nikolaj a Gwen, con una punta di disprezzo nella voce "... certo, da lui diendiamo tutti noi, vero?"
"Piantala." Ivan.
"Se fossi io il capo tutta la questione si risolverebbe in fretta." Seccato Nikolaj. "Eì chiaro che Gwen non sta ragionando più col cervello, ma con un'altra parte del suo corpo."
"Sta zitto!" A muso duro Ivan.
"Ehi, che modi..." ridendo Nikolaj "... intendevo che sta ragionando col cuore..." divertito.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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