Aegos lanciò uno sguardo profondo, l'ennesimo, su tutta la figura di Clio, senza preoccuparsi minimamente di apparire scortese o, peggio, irriguardoso.
“Si, le due padrone sono effettivamente diverse fra loro” disse con il tono di chi conosce bene ciò di cui parla “ma devo dire, con tutto il rispetto, mi piacete entrambe... e non poco.” Facendole l'occhiolino. “Perfetto. Qui si mangia bene ovunque. Prego, madama.” Invitandola a seguirla.
Raggiunsero così un'osteria del posto, molto caratteristica con grosse botti davanti all'ingresso e viti rampicanti che scendevano dal tetto in tegole d'argilla.
I due si sedettero ad uno dei tavoli posti su un terrapieno che dava sulla valle sottostante, con un paesaggio mozzafiato e sognante.
“Consiglio a madama” Aegos “di provare la fettunta, quella ossia che ad Afragolignone chiamano bruschetta... qui la fanno davvero buona.” Per poi chiedere all'oste di portare un buon vino della casa.
Ivan annuì a Gwen e la seguì in un'altra stanza.
“Dimmi...” disse.