Quel bacio, intenso, caldo, appassionato.
Mi strinsi a lui e mi abbandonai, gustandomi quelle sensazioni forti, intense che mi attraversavano.
Sensazioni nuove, così travolgenti da sconvolgermi, sentivo il corpo bruciare, fremere senza riuscire a fermarmi.
La mia lingua era incerta ma, guidata da quella di lui, si muoveva impacciata, emozionata ma sempre più appassionata alla ricerca di quella di lui, delle sue labbra, quasi volessi rubargli il respiro.
Aprii gli occhi e trovai i suoi lì, bellissimi, di un azzurro così inconfondibile che avrei potuto riconoscere tra mille.
Le sue mani percorrevano tutto il mio corpo, facendomi fremere ancora di più, e le mie percorrevano il suo di corpo, con voracità.
Ma poi sbiancai.
Lo allontanai di scatto guardandolo negli occhi inorridita.
Aveva sentito una parola di quello che gli avevo detto?
Improvvisamente mi sentii morire, era quello che voleva, e io che mi ero lasciata andare!
Sentii le lacrime affiorare per la rabbia.
Allora lo colpii, al viso, un colpo secco, forte, uno schiaffo dato con la potenza di un gancio.
Ma uno schiaffo.
Sì, perchè non aveva ferito il guerriero, aveva ferito la donna.
"Io non sono mia sorella, l'hai dimenticato?" con le lacrime che ormai scendevano copiose.
Allora spronai Ercole al galoppo e mi allontanai nella notte, con il cuore che ancora batteva forte per l'emozione e la rabbia dentro che mi divorava come la luce faceva con le ultime ombre della sera.
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