“E sia, mi avete corrotto, madama.” Disse con un inchino irriverente Aegos a Clio.
Preparò i loro cavalli ed uscirono dal palazzo, immergendosi nella sera e nel bosco silenzioso.
La Luna era velata da alte e sottili nubi, mentre le ombre della campagna sembravano ogni istante più opprimenti.
“Dove madama vuol cercare il suo giardiniere?” Chiese sarcastico lui. “Avete già un'idea sul dove andare?”
Ancora un bacio, ancora il reciproco assaporarsi e poi Elv prese Gwen per mano e come ombre eteree, fluttuanti, uscirono finalmente dalla torre diroccata.
Arrivarono nel giardino incolto, pieno di sterpaglia e rovi, tra sassi consumati e murature sbriciolate dal Tempo.
La portò alla grossa pietra, quella in cui era scolpita la lapide col nome di quel luogo.
“La Torre dei sortilegi...” disse Elv leggendo “... a me sembra sia un giusto nome... tutto ciò è già magico...” accarezzando e baciando la bianca mano di Gwen e fissandola con i suoi occhi rossi e pulsanti.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|