Dacey restò seduta davanti al fuoco, mentre Reddas era ormai steso su quelle pietre come fossero un comodo giaciglio.
Trascorsero alcuni istanti, poi lui aprì un occhio fissandola.
“Vedo non riuscite a dormire...” disse, prendendo la sua cetra “... magari un po' di musica concilierà il sonno...” cominciando ad accarezzare le corde dello strumento, liberando lievi e dolci note musicali “... la sorella del nostro Maresciallo di Chanty... chissà da quanto tempo queste mura diroccate non accoglievano una simile dama...” con gli occhi chiusi ed un vago sorriso sul volto “... cosa sogna madama Dacey? Immagino ciò che sognano tutte le ragazze... un Amore struggente... una grande castello... una felicità senza limiti...” quasi sarcastico, beffardo.
Quel calpestio.
Qualcuno o qualcosa si avvicinava.
Altea stava in guardia e sperava di salvarsi.
Ad un tratto apparvero due figure indistinte.
Si avvicinarono e lei riconobbe che una delle due era Pompilio.
“Ecco il medico, madama...” disse.
Il medico, un uomo anziano, dall'aspetto attempato e bonario, si chinò su Icarius e guardò il suo piede.
“Brutta ferita...” disse “... dobbiamo stringere questo poco sotto il polpaccio...” con un laccio di cuoio che teneva con sé “... bloccheremo la fuoriuscita di altro sangue...”
Fatto ciò con Pompilio caricarono il ragazzo ferito sul carretto.
“Andiamo subito al villaggio...” il medico “... bisogna metterlo a letto e disinfettare la ferita...”
E partirono.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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