Pare che i riti di guerra dei Longobardi, per propiziare la vittoria in battaglia, fossero molto sentiti e tutti i partecipanti, sia uomini che donne, durante tali cerimonie, sembravano come posseduti da slanci sacrileghi e diabolici.
I cittadini cristiani di Benevento, intimoriti da tutto ciò, accusarono i Longobardi di idolatria e di invocare spiriti e demoni.
Si dice che il duca Romualdo I, nonostante ormai il suo popolo si fosse convertito al Cattolicesimo, attuasse in segreto oscuri riti in cui si adorava una vipera d'oro.
A Benevento si narravano oscure leggende che ruotavano attorno ai due fiumi che scorrevano presso la città: il Sabato ed il Calore.
Qualcuno raccontava che diverse donne, con in mano serpenti, danzavano e cantavano attorno ad un noce. Secondo altri i serpenti si attorcigliavano attorno ai rami dell'albero.
Alla fine Romualdo I consegnò la vipera d'oro al vescovo che la fece bruciare.
Secondo diversi storici, la leggenda della vipera d'oro di Romualdo I e i riti delle donne attorno al noce con i serpenti si legherebbero all'antico culto di Iside.
Infatti tra le caratteristiche della dea vi era quella di governare i serpenti.
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