Il suo sguardo tenero, impacciato, mi faceva impazzire letteralmente.
Poi il tono della sua voce, così diversa, così palesemente alterata da quel gioco solo nostro, che nessuno intorno a noi poteva capire.
Lo guardavo sempre più eccitata, sempre più presa da quella recita.
Mi faceva impazzire l'idea di controllarlo a tal punto, da farlo prestare a quella farsa, qualcosa che non avrebbe mai fatto per nessuna, che nessuna gli avrebbe mai chiesto tra l'altro.
"Ma che bravo sei..." con un tono che non celava affatto la mia eccitazione, allungai una mano prendendo la sua e accarezzandola con fare sensuale guardandolo negli occhi.
"E se la colazione ce la facessimo portare in camera?" con un sorrisetto malizoso.
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