“Ah, perfetto...” disse Elv a Gwen, fissandola con malizia ed un lampo di lussuria negli occhi neri “... andiamo, dunque... prego, dopo di te...” prendete la mano di lei e salendo insieme nella stanza al secondo piano.
Monsperone era ormai visibile.
Le sue mura circolari e merlate, i torrioni alti e quadrangolari, i palazzi signorili che svettavano e le guglie romaniche che scintillavano sotto i raggi del Sole mattutino.
Reddas annuì a Dacey, per poi indossare una rozza maschera per attuare il suo piano.
“Il mio nome sarà Rosso...” disse a lei “... non scordatelo.”
arrivarono presso la porta della città, dove mercanti, artigiani e contadini entravano ed uscivano dalla città.
Il carretto entrò nelle mura, ritrovandosi nelle strade già pullulanti di passanti, con le botteghe tutte aperte ed attive.
Dopo un po' arrivarono davanti al Palazzo Baronale, dove due soldati fermarono il carretto.
“Chi siete?” Domandò uno dei soldati. “Perchè portate quella maschera?”