Nikolaj scomparve nel buio e nel silenzio di quella misteriosa botola.
Gwen lo chiamò, ma nessuno rispose.
“Ehi...” disse Ivan “... Nikolaj, ci senti?” Gridò.
Ma non ci fu alcuna risposta.
Elv allora avvicinò la lampada alla bocca della botola, scoprendo che in realtà si trattava di un pozzo apparentemente molto profondo.
“Non si vede nulla...” mormorò il novello vampiro.
Dacey fu finalmente pronta ed uno dei servi la accompagnò nella sala grande, dove era atteso il barone.
Pochi istanti e la porta si aprì, facendo entrare il Maresciallo, Fagianus, alcuni soldati ed infine il barone.
Aveva abiti borghesi, di certo ricevuti durante la sua cattività, con il viso appena lambito da una smorfia di stanchezza.
Era in buona salute ed anche discretamente in forma.
I suoi occhi erano neri e penetranti, inarcati ad arte per concedere al suo sguardo un vago senso enigmatico.
Il viso regolare, i capelli lunghi e scuri, la barba incolta, la bocca piccola e racchiusa da un sorriso velato.
Tutti lo trattavano con cura, tradendo però anche una sincera ammirazione.
Lui allora notò Dacey.
“Mio signore...” disse il Maresciallo “... questa è mia sorella Dacey.” indicando la ragazza.
“Siete la cosa più bella che abbia visto dalla mia scarcerazione, madama...” accennando un inchino col capo lui “... prima della luce del Sole e del conforto della mia città.” Fissandola, per poi baciarle la mano.
Il servo annuì ad Altea e andò a chiamare un medico, che evidentemente non era nella taverna.
Lei tornò in camera e cercò di sistemare alla meglio il piede di Icarius.
“Fa male...” disse lui dolorante “... mi brucia... il taglio è proprio insopportabile...” lamentandosi.
Quel gesto di Lys, lo stringere il membro virile di Aegos, le fece capire quanto di poco fanciullesco avesse in realtà il suo stalliere.
Se la commedia sembrava realistica al punto da far sorridere il taverniere, ciò che trovò la padrona nei pantaloni di lui tradiva ogni sospetto o dubbio.
Aegos la guardò negli occhi, con un lampo di orgoglio per come era prepotentemente dotata la sua virilità.
“Ma, madama...” disse lui fingendosi scandalizzato e mostrando un'ingenuità falsa quanto gli argomenti di un anticlericale “... è una cosa sozza fare così... da maialini...” deglutendo eccitato e trattenendo un risolino, sempre con gli occhi in quelli di lei.