Lys si inginocchiò davanti a lui e cominciò a provocarlo, a tormentarlo in un modo indicibile, insopportabile, senza dargli tregua, senza tabù, senza morale.
Lo faceva guardando Aegos, cercando la sua espressione.
Lo stalliere era in piedi, con tutti i muscoli del corpo tesi, i pugni stretti, la mascella serrata.
Era quasi incapace di continuare quella recita, quella farsa, con lei ai suoi piedi che senza pietà, divertita e perversa non cessava di affliggere quella virilità portata allo stremo della resistenza e della sopportazione.
“Ma... madama...” disse in un gemito, cercando di farsi forza per continuare la recita, quel gioco “... madama...” quasi in un piagnucolio “... io non resisto... non ce la faccio...” sforzandosi di scimmiottare un tono ancora fanciullesco, imbarazzato, ma che la sua prorompente mascolinità sbugiardava in maniera clamorosa.
Lys infatti non era ai piedi di un ragazzotto imbelle, ma ai piedi di un uomo vigoroso e dotato di una virilità non comune.
Gwen, con il favore del buio, uscì dal capanno e corse veloce verso la torre, seguita da Nikolaj.
Vi giunsero poco dopo, ritrovandosi così in quel luogo diroccato.
Elv ed Ivan erano ancora dove c'era la botola, ora però crollata al suo interno e dunque inutilizzabile.
I due vampiri erano palesemente preoccupati, non essendosi accorti del ritorno di Gwen e Nikolaj.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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