“Un buon motivo dunque per restarne fuori.” Disse Nikolaj a Gwen. “In questa torre siamo al sicuro, lontani dal mondo e dalle sue miserie.”
“Credi?” Elv. “Eppure lui ha già ucciso i vostri succubi e le vostre compagne. Nessuno è al sicuro... nessuno.”
Così Altea ed il contadino lasciarono la taverna, addentrandosi in un bosco ormai fitto di un imbrunire cupo e misterioso.
Il crepuscolo stava ormai per svanire, liberando ombre antiche su quei luoghi che parevano vivere una doppia vita: dolci e luminosi di giorno, sinistri e remoti di notte.
Il contadino non disse nulla durante il tragitto, limitandosi a canticchiare.
Dopo un po' imboccarono uno stretto sentiero che ad un certo punto prese a salire su un poggio.
Cominciarono ad intravedersi delle mura in gran parte crollate.
“Ecco...” disse il contadino “... io mi fermo qui, oltre non vado. Vedete quella porta nelle mura? Attraversatela e sarete davanti al palazzo. Buona fortuna, madama.”
Silvia sorrise.
“Madama è rimasta molto colpita da sua eccellenza il barone.” Disse aiutando Dacey a prepararsi. “Ma potete stare tranquilla... di donne belle come voi è raro vederne qui a Chanty.” Spazzolandole i lunghi capelli scuri. “Avete già scelto l'abito, madama?”
L'ora della cena era sempre più vicina e la sera, misteriosa e sognante, era calata su Monsperone.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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