Il sapore del sangue ancora caldo, vivo, pulsante, quello di Gwen, delle sue labbra e della sua lingua.
Tutto ciò sentì Elv baciandola, facendo sua quella bocca.
Un bacio carico di desiderio, di slancio.
Un bacio al chiarore sinistro di una Luna proibita.
Una lunga e densa goccia di quel nettare rosso cominciò a scivolare lungo il mento di Gwen, con Elv che subito la raccolse con un dito.
Allora portò quel dito sul corpetto della vampira, dove la piega dei seni era racchiusa dalla stretta scollatura.
Cominciò ad ungere la pelle di lei, disegnando un linea lungo la curvatura dei seni stretti fra loro.
Nel farlo la guardava.
Allora chinò il capo, portando le labbra sul corpetto e succhiando quella striscia rossa, assaporandola con l'odore della pelle di Gwen.
“Passeggerai dopo, Dacey.” Disse il Maresciallo quasi richiamando sua sorella. “Ora il barone deve brindare con i suoi fidati uomini.”
Tutto infatti era pronto.
“I doveri di un signore” fece il barone Minsk “sono tassativi come leggi. Impongono oneri e richiedono onori.”
Il Maresciallo sorrise.
“Tuttavia” continuò il nobile signore di Monsperone “Ade ignorò i suoi obblighi nell'Oltretomba per fuggire in un bosco molto simile ad un giardino per rapire la sua Persefone.” Guardando Dacey e sorridendo enigmatico.
“Mio signore?” Non comprendendo quelle parole il Maresciallo.
“Brindate al mio ritorno” a lui Minsk “e mangiate alla mia salute. Dite al saltimbanco di danzare e cantare affinchè tutta Monsperone festeggi.” Prendendo di nuovo il braccio di Dacey. “Io, dopo mesi di prigionia e solitudine, ho bisogno di rivedere le stelle e di ascoltare la Luna. E vostra sorella sarà una meravigliosa Euridice per condurmi nell'oscurità sognante di questa notte.” E con Dacey uscì nel giardino, lasciando un perplesso Maresciallo a fissarli.
Rosso sulla sua pedana restò turbato a guardare i due uscire dalla sala ed allontanarsi dalla sua tela.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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