Il barone guardò Dacey nei occhi.
La guardò a lungo, con insistenza, quasi come se potesse leggervi in quegli occhi, come se conoscesse ogni loro segreto.
“Una promessa...” disse piano lui, mentre l'aria della sera si faceva più fresca, sempre di più.
Lo strascico di Dacey fu sfiorato da quella brezza notturna, strusciando sulle pietruzze del vialetto del guardino.
Lei avvertì l'aria pungente della sera quasi accarezzare le sue caviglie.
“Magari sono qui per quella promessa...” continuò lui “... come Faust quando tornò da Margherita... egli aveva il favore di Mefistofele, io invece i segreti di queste stelle... stelle che sono qui da sempre... ben prima della tua fanciullezza, Dacey...” fissandola.
“Buffo...” disse Elv guardando Gwen e senza smettere di giocare nel suo corpetto “... perchè mai?”
Ad un tratto i due vampiri sentirono dei passi nella vegetazione.
Il vecchio indossava abiti logori e stava curvo sul tavolo, restando girato col capo verso Altea.
"Io sono il custode di questo palazzo, madama..." disse "... ma ditemi, come avete fatto ad incontrare il mio signore? Quando l'avete visto? Io sono mesi che non ne ho notizie... forse persino anni..." perplesso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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