Il vecchio custode annuì ad Altea, per poi sorriderle.
“Prego, andiamo.” Disse compiaciuto.
Allora la condusse a visitare il castello.
O meglio, ciò che restava di quello che ormai era un vero e proprio rudere.
Le murature e ciò che restava ancora in piedi in qualche modo descrivevano bene la monumentalità passata del maniero.
Vi erano crepe ovunque, molte parti era crollate e tutto sembrava in buona parte pericolante.
“Come potete vedere” disse il vecchio “tutto sembra parlare della nobiltà e del mio padrone.” Orgoglioso.
Pian piano la sala ed il palazzo cominciarono a svuotarsi.
Gli invitati come pecore iniziarono ad andarsene, quasi a cadenza regolare, come le infinite comparse della scena di un romanzo letto e riletto.
I servi si apprestarono a portare via il tutto, per poi pulire.
La sera era diventata tarda, quasi notte, mentre il Maresciallo e Fagianus ricorsero ad un ultimo brindisi, complimentandosi col barone per il suo discorso.
Quell'uomo aveva un fascino magnetico, un carisma non comune, sicuramente eccezionale, quasi misterioso, inquieto.
I suoi occhi scuri avevano i mille riflessi della notte e spesso parevano mutare in maniera enigmatica, come se le sue sensazioni si riflettessero attraverso il suo sguardo.
E proprio uno sguardo del barone vagò, ancora una volta, in cerca di Dacey mentre concludeva l'ultimo brindisi con i due fidati uomini.
“Dacey, credo tu possa ritirarti.” Disse il Maresciallo, con l'intento di congedarla.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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