Finalmente assaporai il membro caldo e voglioso del mio dolce giardiniere, constatando come quel sapore sapeva perfettamente intonarsi col viso decisamente adorabile di quel ragazzo che mi provocava sensazioni completamente diverse dal solito.
Ora era in mio potere, finalmente libero di lasciarsi andare e prendersi ciò che decidevo di concedergli.
Perché in realtà quel gioco era per eccitare me.
Le mie labbra adoravano spalancarsi in quel modo e racchiudere un nettare così prelibato e unico, la mia bocca si beava di quel sapore che la investiva tutta, i miei sensi fremevano nell’udire quei gemiti, che si facevano mano a mano più intensi, e tutto il mio essere amava il potere che fluiva in me in quel momento di puro godimento.
Tutto il mio corpo era caldo, voglioso, voluttuoso.
Il bacino si muoveva ancora e ancora verso Aegos, invocando la sua vicinanza, il suo corpo virile e saldo che mettesse fine a quella tortura.
Poi lui si avvicinò, e io fremetti ancora di più, accelerando i movimenti sia della testa che del bacino.
Poi quelle mani sulle mie natiche, quelle parole mi eccitavano sempre di più.
Lo volevo, li volevo, disperatamente.
Non potevo rispondere ad Aegos con le parole, lo feci spingendo il bacino verso di lui, come esortandolo nuovamente.
Oh, e lo stallone non poteva non notare qualcosa di viscido e umido che mi colava lungo la coscia, così vicino alle sue mani.
Solo per lui, solo per loro.
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