La mano del barone, le sue dita affusolate esperte, avide, sicure, sensuali si muovevano lente ma decise, lungo le labbra umide e calde di quel sesso bruno, ora accogliente, avvolgente.
Il bacino di Dacey che si muoveva assecondando la mano di Minsk che non cessava ti deliziarla, di tormentarla, di farla impazzire.
Lei sentiva quelle dita dentro di sé, con gli occhi di lui fissi sul volto della ragazza.
Ma se Dacey gemeva per quel piacere sempre più insistente, anche lui era al limite della sopportazione.
L'averla nuda fra le braccia, sentire la bocca e la lingua della ragazza sul suo viso, sul suo collo e sulla spalla, lo avevano spinto verso un insopportabile ed istintivo richiamo dei sensi.
La voleva, la desiderava disperatamente.
Troppo, da un tempo infinito.
L'aveva aspettata, attesa,
dopo averla rincorsa attraverso gli oceani infiniti del Tempo, fra le onde remote di un passato perduto e di un futuro simile ad un'illusione.
Ed ora non poteva più aspettare.
“Spogliami...” disse piano “... spogliami subito...” non era un ordine, quasi una disperata invocazione.
La bellezza e la giovinezza di Dacey erano la sua solo linfa vitale.
“Spogliami, Dacey...” stringendole il seno con l'altra mano e perdendosi nel guardarla.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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