Disattivato
Registrazione: 16-09-2012
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Era così bello, così virile, così possente Aegos.
Potevo sentire i suoi pensieri, potevo vedere i mille modi in cui mi avrebbe presa, in cui mi avrebbe dominata, soggiogata, adorata, venerata.
Che caro, era quasi come se tenesse a me.
Lo credo bene, con tutto il godimento che si è preso questo qui, vorrei anche vedere!
Ridacchio tra me e me all'assurdità di quel pensiero.
Come sono più fragili gli uomini, dopotutto, però mi eccitavano quei pensieri, mi eccitavano disperatamente.
Allora andai a fondo, scrutandoli sempre di più, andando a cercare i pensieri ancora più profondi.
Non mi bastava un'infarinatura, una visione generale, volevo sentire la sua voce interiore rimbombarmi nelle orecchie, eccitarmi, sconvolgermi.
Volevo possederlo in ogni senso, era mio dopotutto, il mio stalliere, il mio servo, il mio giocattolo.
Mi fece inginocchiare e restai a guardarlo dal basso, possente e fiero.
Quella carezza mi fece scappare una risatina divertita.
Oh, era anche tenero sotto sotto...
A propositio di tenerezza, anche il piccolino si avvicinò tutto eccitato.
Mi faceva morire con quell'espressione vergognosa e vogliosa insieme, era davvero un amore, volevo vederlo perdere il senno per il piacere, volevo traviarlo e sporcarlo in modo che la sua vita non sarebbe stata più la stessa, mai più, perchè non si può tornare indietro dopo aver conosciuto una tale perversione.
Io e Aegos annegavamo già in quel mare, lui stava sulla riva, guardando giù, e io ero la sirena che l'avrebbe preso per mano e fatto sprofondare nell'oscuro abisso della lussuria più sfrenata.
Allungai una mano verso di lui, afferrando il membro eretto e tirandolo con forza verso di me, mentre con l'altra mano afferravo quello di Aegos.
Allora, guardando il bello stalliere, li portai entrambi alle labbra, passandomeli prima sul viso, come fossero pennelli che dovevano ricalcare ogni tratto del mio viso, poi tirai fuori la lingua e inizia a passarla dall'uno all'altro continuamente, ancora e ancora, guardando negli occhi ora Aegos ora Icarius.
Oh e stavolta nulla mi avrebbe separato dai loro gemiti, dai loro pensieri, perchè mi appartenevano, tutti, come loro.
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