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Vecchio 17-05-2018, 00.42.09   #1665
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Non capivo più niente.
Ero fuori di me, completamente fuori controllo, decisamente folle e riboccante di desiderio e lussuria.
La sua vicinanza, il suo corpo contro il mio, il respiro tra i miei capelli mi inebriava fino alla follia, poi quelle mani sui miei seni, quel modo di stringerti, di tormentarlo, uccideva le ultime tracce della lucidità che poteva cercarmi in quel momento.
No, lì c’era spazio solo per la follia, per il godimento più estremo ed assoluto.
Perché quello era, si chiamava così la sensazione incredibile che mi scuoteva in quel momento, avevano questo nome le urla incontrollate e forti che riempivano la stanza e probabilmente scandalizzavano qualche signorina al piano di sotto.
Già, quello era l’effetto del suo dito dentro di me, di quello scavare, girarsi e rigirarsi, piegarsi a uncino.
Oh si... un effetto meraviglioso!
Potevo sentire le sue nocche contro le mie labbra tanto spingeva a fondo quella mano, alimentato dalle mie grida forse, o dalla consistenza sempre più umida e vischiosa di quella femminilità violata, vogliosa e insaziabile.
Poi quelle parole, quell’aria di sfida, quel tono, mi accesero ancora di più, mi entrarono nel profondo, ancora più di quel dito che già mi faceva morire dolcemente.
Le sue labbra così vicine, il suo sguardo così azzurro.
Era così bello... così bello da farmi perdere il senno.
Poi mi baciò, infilandomi tutta la lingua in bocca, e io ricambiai quel bacio con ardore, desiderio, lasciando che mi togliesse il fiato e togliendoglielo a mia volta.
Quel bacio era meraviglioso, intenso, caldo, le nostre lingue sembravano conoscersi e appartenersi da sempre, tutto il mio corpo, il mio desiderio disperato, il godimento assoluto si riversarono in quel bacio.
Era troppo, troppo!!
Allora il mio sguardo si accese di una luce nuova e perversa, spostandosi appena per guardarlo negli occhi.
Affondai la mano nei suoi capelli, strinsi e lo allontani da me quel tanto che bastava perché mi vedesse, mi guardasse, sprofondasse nell’azzurro chiaro dei miei occhi.
“Prendimi!” Gemetti, incapace di attendere ancora, per poi avvicinarlo bruscamente alla mia bocca, e violarla con la mia lingua ancora più intensamente di prima.
Lo volevo, non mi importava di nient’altro, lo volevo e basta.
Lì, subito, tutto!
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