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Vecchio 17-05-2018, 15.33.44   #1682
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Quel bacio, così folle e intenso, così disperato, rabbioso, fatto di lingue che si rincorrevano, di labbra che si sovrapponevano le une alle altre, di respiri rubati e gemiti soffocati, quel bacio fatto di lussuria, ma anche molto di più.
Qualcosa che non conoscevo, a cui non sapevo dare un nome, eppure che era forte e ingombrante in quella stanza, investiva i nostri corpi, corrodeva le nostre anime e faceva battere i nostri cuori, sempre più forte, sempre di più, sempre di più.
Era come se i nostri corpi si cercassero, si volessero in un modo decisamente più intenso di quanto avessi mai provato prima, quel bacio era una sfida continua a chi si rubava di più il respiro, a chi moriva prima sulle labbra dell'altro.
Era meraviglioso, era la cosa più assoluta, più totale che mi fosse capitata.
Ma mi sbagliavo, perché c'era di più, molto di più, che mi aspettava.
E lo capii quando mi buttò sul letto, quando mi fece stendere e sentii il contatto del copriletto leggero con la mia schiena calda e sudata, desiderosa dell'appagamento che ormai bramavo più dell'aria per respirare.
Restai a guardarlo torreggiare su di me, nudo e bellissimo, fremente di eccitazione, così virile e fiero, così saldo e deciso.
Sentii il mio corpo fremere ancora di più a quella vista, anche se più di ogni cosa mi catturò il suo sguardo, così azzurro e intenso, che fissava il mio intensamente, quasi volesse leggermi dentro.
Oh, ma ero io che potevo leggere in lui, e lo feci.
Scrutai nella sua mente mentre si avvicinava a me, anche se il mio corpo fremeva perché gli dedicassi tutta l'attenzione possibile, non potevo resistere all'idea di scavare nella sua mente, di scoprire che cosa provasse mentre si avvicinava a me così, fissandomi negli occhi, e sapendo che mi avrebbe fatto sua.
Il mio sguardo era intenso, caldo, voglioso, lo sguardo di chi sa che il meglio deve ancora venire, per poi farsi ancora più infuocato quando prese le mie gambe e se le mise attorno alla vita, facendomi impazzire ancora di più.
Mi sentivo così indifesa in quel momento, così sua, ed era bellissimo.
Restai immobile, con il cuore che batteva sempre più forte nel petto e il respiro che si faceva sempre più affannoso a vederlo avvicinarsi sempre di più.
Quando poi lo sentii entrare in me, socchiusi gli occhi per un momento, ma li riaprii subito, perché non volevo perdermi nemmeno un momento di quello sguardo che si faceva sempre più vicino, sempre più intenso, sempre più mio.
Quel gemito, poi, mi fece tremare tutta e il mio nome sulle sue labbra ebbe l'effetto di farmi perdere definitivamente il controllo.
"Aegos.." gemetti, stringendomi a lui, mentre iniziava quella folle cavalcata che ci unì, sempre di più, intrecciò i nostri corpi, e forse anche le nostre anime in un modo che sarebbe stato impossibile da sciogliere.
Lo capivo, lo sentivo mentre si muoveva in me, strappandomi caldi gemiti di piacere sempre più caldi, forti, intensi, lo percepivo mentre i nostri occhi si incrociavano in quel trionfo dei sensi, della lussuria più sfrenata.. lo sapevo, in me, che era molto più di quello.
Forse avrei dovuto averne paura, ma ero troppo persa per rendermene conto, troppo immersa in quell'abisso in cui mi stava conducendo, esattamente come facevo solitamente io.
Eppure questo era un abisso diverso dalla mia oscurità, dalla mia perversione, era qualcosa di incredibilmente profondo, tanto da non riuscire a vederne la fine, eppure aveva un colore diverso, una consistenza capace di insinuarsi in ogni fibra del mio essere, fino a farlo gridare che ne volevo di più, sempre di più.
Gridavo e gemevo, sempre più persa, invocando il suo nome come fosse una preghiera, una supplica di porre fine a quel tormento così insopportabilmente meraviglioso.
"Aegos..." gemetti ancora, mentre quella danza erotica continuava senza fine "Aegos..." gridai, quando una spinta più intensa delle altre mi strappò un grido ancora più intenso e forte.
Allora cercai i suoi occhi, persa in quella stretta disperata, folle, in quella cavalcata come non ne erano mai state fatte prima di allora, mentre il piacere cresceva sempre di più in me, e la lucidità moriva.
Allora cadeva ogni freno, ogni resistenza, e mi abbandonai definitivamente a lui, a quel momento, a quel "qualcosa" che ora giocava con le nostre anime e le intrecciava sempre di più, fondendole l'una nell'altra, creava una nuova tonalità di azzurro dal colore dei nostri occhi, componeva una nuova sinfonia unendo i battiti dei nostri cuori.
"Aegos..." gemetti ancora, ubriaca di piacere, spalancando gli occhi a cercare i suoi "Sono tua..." con la voce calda e lo sguardo completamente perso in quell'abisso che aveva il suo nome, il suo sapore, il suo volto.
Persa in lui...
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