All'arrivo di Dacey, all'udire la sua voce, subito il barone si voltò, incatenando quello sguardo appena irriverente e provocante di lei nel suo, scuro e profondo come la notte appena trascorso.
“Fortunata quella rosa...” disse con voce bassa, aggraziata, cortese nel vedere la carezza della ragazza su quel fiore “... ed io ora posso ben dire di aver visto l'aurora...” sfiorando delicatamente la mano di lei con un lieve bacio che però indugiò per un istante in più sulla sua pelle “... vi attendevo, madama...” senza distogliere mai i suoi occhi neri da quelli ambrati della giovane “... e mi sono permesso di dare forma ai miei pensieri cogliendo questo fiore per voi...” strappando un ramoscello di lavanda viola “... nel linguaggio dei fiori la lavanda simboleggia il più fiabesco degli amori, ossia quello a prima vista... è dunque il fiore del risveglio, che ridesta l'anima addormentata nel vedere l'amore... è il fiore del destino, del riconoscersi e ritrovarsi... gli antichi solevano dire che le anime vengono divise alla nascita, cercandosi poi per tutta la vita... solo poche ritrovano quella gemella... e se tutto ciò ha un senso, se tutto ciò non è solo un mito, allora il fiore di lavanda è il simbolo di un'intera vita...” racchiudendolo nella mano di Dacey.
A poca distanza era giunto Fagianus che si avvicinò ai due.
“Mio signore...” salutando Minsk “... madama...” omaggiando di nuovo Dacey.
“Vi ascolto, messere.” Il barone al nuovo arrivato.
Altea portò di soppiatto il cavaliere nella stanza vicina e qui i due attesero di vedere chi fosse sulle scale.
Videro così la tarchiata figura del vecchio custode che portava su della frutta appena raccolta.
“Madama...” disse sottovoce il cavaliere ad Altea “... conoscete quell'uomo?”
Nikolaj annuì a Gwen e cominciarono a cercare Ivan insieme ad Elv.
Lo cercarono a lungo, per tutta la torre, senza però trovarlo.
“Non può essere svanito nel nulla...” disse Elv.
“Invece sembra proprio di si...” Nikolaj.
“Non ci resta che tornare nel pozzo...” fece Elv “... è il solo posto dove non abbiamo visto.”
“Perchè scendere di nuovo laggiù?” Perplesso Nikolaj. “Non aveva motivo Ivan di andarci...” turbato.