Disattivato
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Ero persa, completamente persa in quel tripudio di sensi, di godimento assoluto, di corpi e anime che si intrecciavano.
Io ero la regina della perversione, avevo fatto della lussuria sfrenata il mio stile di vita, avevo ricercato il piacere in ogni sua forma... eppure, eppure non avevo mai provato qualcosa di così intenso, di così assoluto e travolgente.
C'era qualcosa in quella danza infuocata, in quella cavalcata selvaggia, in quell'amplesso senza freni, qualcosa di più forte, di più intenso.
Era come se l'intero mondo si fosse racchiuso in quella stanza, nello sguardo di lui, in quell'abbraccio.
Non desideravo altro che non fosse lui, non desideravo che essere sua, che sentirlo in me, che vedere il suo sguardo fisso nel mio, che sentire i suoi gemiti, che percepire il suo corpo nel mio, sul mio, addosso al mio, ovunque, i suoi pensieri, tutti, fino all'ultimo.
Li feci miei, violandoli, scoprendoli, scrutandoli senza permesso, con irruenza e determinazione.
Erano miei dopotutto, tutti, lui stesso era mio, mio e mio soltanto.
Quella consapevolezza mi guidò nella sua anima, fino ai suoi pensieri più segreti che mi investirono come un fiume in piena, come una corrente così forte che era impossibile arrestarla.
Mi amava.. mi amava e mi odiava... possibile?
Lo guardavo con gli occhi spalancati, increduli, la mente ottenebrata dal piacere, da quelle grida così incontrollate che sembrava fossi sul punto di arrivare al culmine da un momento all'altro, mentre invece la tortura meravigliosa ed appagante avrebbe potuto continuare ancora, e ancora, e ancora, all'infinito.
Era questo l'amore?
Questo non desiderare altro se non lui?
Questo legame così forte che sembrava unire i nostri corpi, le nostre anime e ogni altra cosa di noi?
Era amore quella sensazione a cui non sapevo dare un nome?
Come potevo saperlo io?
A me l'amore non interessava, non l'avevo mai cercato né voluto, volevo il piacere, l'appagamento, volevo godere appieno ogni istante, ogni momento questo sì, ma non avevo mai pensato ad altro.
Eppure.. eppure c'era qualcosa di inspiegabile in quel momento, qualcosa che rendeva quell'amplesso diverso da qualunque altro mi fossi mai concessa in quegli anni.
Qualunque cosa fosse, dopotutto, era meraviglioso.
Lui era meraviglioso.
Si fermò, strappandomi ai miei pensieri, che erano confusi e arruffati a causa di tutto quel godimento incontrollato.
Lo guardai negli occhi, come non l'avevo mai guardato, come non avevo mai guardato nessuno.
"Aegos..." sussurrai solo, col cuore in gola, incapace di dire altro, incapace anche solo di pensare parole diverse dal suo nome in quel momento.
Perché il suo nome era tutto il mio mondo in quel momento, non esisteva nient'altro che l'oceano racchiuso nei suoi occhi.
Ma quando si chinò per baciarmi, sentii tutto il mo corpo fremere, il cuore scoppiare nel petto e una sensazione nuova e incredibile attraversarmi l'anima.
Ero sua... ero davvero sua!
Volevo essere sua, sì, non desideravo altro.
Era qualcosa di così strano, eppure così bello, così unico, rendeva quel momento così speciale, come se non fosse un sollazzo tra una padrona lussuriosa e il suo servo, ma molto di più.
Ed era bellissimo.
Poi le sue parole, così vogliose, messaggere di altro piacere, ancora più intenso, ancora più folle.
"Oh si.." sussurrai sulle sue labbra, per poi guardarlo negli occhi, per poi voltarmi, con il busto abbassato fino a toccare il letto e il bacino alzato verso di lui, che si muoveva lascivo e voglioso, come ad invitarlo a fare scempio del mio corpo.
A farmi sua, solo sua... in quel momento esistevamo solo noi, solo noi.
E per la prima volta io non avrei desiderato nulla di meglio al mondo.
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