Nel vedere Lys cambiare posizione, mettendosi in quel modo così provocante e lascivo sul letto, Aegos sentì il sangue andargli a fuoco.
Era acceso dalla passione, ma ora stava superando ogni limite di sopportazione e morale.
Si avvicinò allora alla bellissima padrona, ora diventata così mansueta ed accondiscendente, che gli dava le spalle in una posa che avrebbe reso sporca anche la coscienza del più ingenuo degli uomini, accarezzandole con una mano le natiche sode e bombate, per poi far scivolare le dita nel suo sesso caldo, umido ed accogliente.
Una carezza lussuriosa, invadente, profonda, sozza.
Con l'altra mano invece aveva in pugno il suo spadone che brandiva orgoglioso ed eccitato, stringendolo forte come si fa con la solida elsa di un'arma prima di brandire un colpo potente e definitivo.
Icarius guardava tutto ciò perso di eccitazione, insoddisfatto e frustrato dal non poter partecipare, né toccare.
“Fila via, ragazzino...” disse a lui un Aegos alterato dalla lussuria “... fila via che lo zio e la zia devono leggersi un libro adatto solo ai grandi...”
Il giardiniere restò come inebetito a fissarlo.
“Vattene!” Gridò infervorato lo stalliere.
Icarius allora, nudo ed eccitato, raccolse la sua roba e corse via, quasi spaventato.
“La padrona è pronta?” Aegos a Lys, come il boia che fissa la sua vittima.
E gli occhi accesi di passione di lui erano in quelli chiari e famelici di lei, meravigliosa ed oscura padrona delle sue fantasie più perverse.