Il sole mattutino che filtrava dalla finestra, illuminando il letto teatro dei nostri giochi più sfrenato.
Il ricordo di quella notte, delle sensazioni forti, della lussuria, della passione ma anche di tutto ciò che di nuovo e bellissimo mi aveva legato a lui.
I suoi baci, le sue carezze, le sue parole d'amore, e poi quell'abbraccio.
Quell'abbraccio che ci aveva accolto dopo la passione, la queste dopo la tempesta, quell'abbraccio che aveva reso tutto più vero, più unico, più nostro.
Mi svegliai felice e appagata come non lo ero mai stata, mi voltai verso di lui, sorridendo... ma lui non c'era.
Mi girai e rigirai nel letto, ma lui non c'era.
Un moto di terrore mi prese.
Era mattina.... era mattina ed ero ancora lì.
Mi ucciderà...
Ma in realtà sapevo che se il mio padrone avesse voluto punirmi, non si sarebbe limitato ad uccidermi.
Sobbalzai nel sentire che qualcuno bussava, mi alzai, indossai l'abito rapidamente e andai ad aprire, con il cuore in gola.