Mi prudevano le mani, più parlava, più mi prudevano le mani e dovetti stringere i pugni un paio di volte perché picchiare il mio luogotenente il primo giorno non era esattamente il miglior modo per cominciare la missione.
Lo guardai con la stessa espressione torva, scocciata, e lievemente diffidente.
“Non siete abituato a sottostare a un capo, dico bene?” fissandolo da capo a piedi, per poi avvicinarmi a lui.
“Magari normalmente guidate vuoi le spedizioni, ma ora sei nella mia squadra, e io non tollero primedonne, chiaro?” il mio sguardo era tagliente, affilato e intenso, mentre il mio corpo si faceva più vicino al suo.
Avevo persino mancato al diavolo l’etichetta, perché sgridare qualcuno col tu era decisamente più incisivo.
“Permettiti un’altra volta di comportarti come se fossi tu il capo e te ne pentirai amaramente, sono stata abbastanza chiara?” Fissandolo negli occhi “parlerò io col capo riguardo all’androide e alle tempistiche!” Sentenziai.
“Mi sembrava di avervi dato un compito, che avete totalmente ignorato, ovvero preparare un piano per introdurci al Palazzo Reale di Afragolopolis, poter girare indisturbati, consultare la biblioteca e tutto il resto... ecco, ti consiglio di pensare a questo!” Lo sguardo cupo, minaccioso ed alterato nel suo.
“Inoltre, se non sbaglio ti ho fatto una domanda: chi sarebbe il terzo membro dell’equipaggio?” Fissandolo negli occhi, ancora con uno sguardo di fuoco.
Non stava affatto cominciando nel migliore dei modi, assolutamente no!
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