Quello sguardo, mi fissava dritto negli occhi, quasi impertinente.
Ma io ero abituata a comandare gente più grande di me, più esperta di me, che si chiedeva costantemente perché dovesse sottostare a una ragazzina.
Eppure, tutti loro alla fine erano diventati ottimi soldati, fedeli e devoti, dunque Taddeon non mi faceva paura.
Poteva avermi preso per una di quelle donne che ammaliava, ma gli avrei fatto cambiare idea, eccome se l’avrei fatto, ero il suo capo e doveva rispettarmi, che gli piacesse o no.
Era vicinissimo a me, potevo sentire il calore del suo corpo, percepire il suo respiro, il suo sguardo su di me.
Annuii a quelle parole sul terzo membro.
“Benissimo, parlerò col capo e vedremo di saperne di più!” Fissando Taddeon negli occhi.
Non me la raccontava giusta, ma al momento andava bene così, lo avrei tenuto d’occhio.
“Taddeon occupati del piano, è inutile che fai finta di non sentire, ne discuteremo al mio ritorno... Chartesius non interrompere ancora la produzione, dipenderà dal capo se fermare i lavori o meno!”.
Così dicendo scoccai un’ultima occhiata intensa a Taddeon e mi avviai verso la scala che portava al piano superiore.
Dopo un paio di gradini mi voltai, fissandoli entrambi.
“Vi manderò un domestico, perché vi mostri i vostri alloggi fino alla partenza!” Sentenziai per poi andarmene vero la sala in cui avrei potuto contattare il capo.
Intanto pensavo a questo terzo membro, a chi potesse essere e sopratutto a quanto ci avrebbe messo prima di degnarci della sua presenza.
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