Lo guardai con un sorrisetto divertito.
“Sì, è una novità anche per me, ma ero stanca dei servi che mi porta il mio maggiordomo, che non reggono la vita al castello nemmeno pochi giorni, come non sarebbero durati quei due, dammi retta Aegos...” scuotendo la testa, e guardando fuori dalla finestrella la città che si stagliava, bellissima e austera sul costone, vista da laggiù era uno spettacolo che non mi stancavo mai di osservare, dopo un lungo istante mi voltai a guardare nuovamente Aegos.
“Ma tu...” sporgendomi verso di lui, e prendendo le sue mani tra le mie quasi volessi studiarle.
“Oh, tu non sei come loro, vero?” Fissandolo con oscura lussuria e perversione “O la scoperta del mio rango ha raffreddato il tuo spirito?” Con tono caldo, sensuale, segno che nulla era mutato nelle mie intenzioni.
Intanto il mio palazzo era sempre più vicino, immerso nella campagna ai limiti del bosco.
“Siamo arrivati...” Sorridendo, famelica.
Si, non vedevo l’ora di testare il mio servo.
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