Lo guardai con un sorrisetto divertito.
Oh, povero caro, non aveva idea di cosa lo attendesse ora.
O meglio... domani.
Perché la prima cosa da fare era legarlo a me in un modo così intenso e indissolubile che poi avrebbe fatto qualunque cosa per me, e non solo per dovere, quello lo davo per scontato, ma proprio per il mio piacere, e se c’era una cosa che mi eccitava terribilmente era proprio il controllo totale.
“Eccoci...” oltrepassando la soglia “Prenderai servizio domani...” con sofficienza, per poi voltarmi a guardarlo negli occhi “...per stanotte sarai mio ospite...” con tono caldo e sguardo lascivo “dovrò pur accettarmi di non aver preso un abbaglio, dico bene?” Avvicinandomi a lu, ancora e ancora, tanto da accarezzargli poi il petto con la mano, una carezza che pregustava già infiniti giochi perversi.
“Devi pur dimostrarmi che quelle non erano solo parole, dico bene?” Con voce calda e sensuale e lo sguardo di chi non vede l’ora di assaggiare la nuova torta che si è appena portata a casa.
“Vieni con me...” gemetti, sulle sue labbra, per poi prenderlo per mano e condurlo nella mia lussuosa stanza.
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