“Situazione spiacevole, amico mio.” Disse il tipo bruno ad Elv, guardando poi Gwen.
Uno sguardo quasi lascivo sulla zingara.
“E questa bella gitana?” Chiese interessato.
“Non è una gitana...” Elv “... comunque si chiama Gwen...” si voltò verso la ragazza “... questi invece è il padrone di casa... Guren, un autentico bastardo.” Presentandolo.
Guren scoppiò a ridere.
Gobbo annuì a Dacey e cominciarono a muoversi in quello strano scantinato.
Erano diversi ambiente concentrici.
Camminarono per un bel po', con il candelotto che generava inquietanti giochi di chiaroscuro sulle pareti antiche ed inumidite.
A terra sul calpestio vi erano diversi oggetti, quasi tutti fatti di lamiere perlopiù danneggiate.
Sui muri erano incisi misteriosi disegni, quasi provenissero da epoche vecchie eoni.
Arrivarono infine davanti ad una porta di ferro dalle dimensioni gigantesche e sollevata da tre grandi gradini.
Su una lapide di ferro erano impresse queste parole:
“Nell'avanzar sulla soglia dell'Aldilà
solo l'uomo pio la testa non perderà.”