Discussione: Il nome della perla
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Vecchio 06-06-2018, 17.15.06   #629
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Giunse la sera su Sant'Agata di Gotya ed il bordello di Destresya cominciò a riempirsi.
Vi erano cacciatori che avevano preso parte alla battuta di caccia, qualche soldato e un paio di artigiani che avevano da poco chiuso bottega.
Arrivò poi un individuo dall'aspetto comune che chiese a Tignot di essere condotto dalla padrona.
“Madama...” disse Tignot a Destresya “... quest'uomo vuol parlare con voi.”



Gwen fu ascoltata da Justine e da Ruspon, senza però dare particolari precisi.
Allora la donna in uniforme chiese al giardiniere cosa avesse visto lui.
“Anche io ho visto una strana sagoma...” disse lui “... tra i rami, come appollaiata...”
“Che aspetto aveva?” Justine.
“Era informe...” rispose il giardiniere “... ossia, sembrava avere l'aspetto di un uomo, o almeno di una figura eretta... o forse era ferma fra i rami, sostenendosi... non saprei dire...”
“Di che colore era?” Nervoso Ruspon.
“Non aveva colore...” mormorò il giardiniere “... quasi fosse mimetizzata fra le foglie... o forse era come trasparente... non so... magari era di colore argenteo...”
“Quanti forse!” Sbraitò Ruspon.
“I felini solitamente stanno sugli alberi...” intervenne Hiss “... forse era un felino...” guardando poi Altea.
“Anche un paio di cacciatori che dicono di aver visto qualcosa” pensierosa Justine “descrivo la figura di un colore quasi trasparente...”
“Magari è un animale capace di mimetizzarsi...” Hiss “... in natura ne esistono... ad esempio il camaleonte...”



Dacey e Cales lasciarono la città al crepuscolo morente.
Il bosco si tinse di ombre che col favore dell'imbrunire avevano cominciato ad allungarsi sulle cime degli alberi, fra i cespugli e lungo i sentieri.
Con l'avvento delle tenebre avevano poi inghiottito quel mondo misterioso e perduto formato dal sottobosco, dal canto degli animali notturni e dal sibilo del vento della sera, leggero e stridulo tra le foglie.
Qualche luce qui e là tingeva il paesaggio serale, mentre le ombre ormai parevano animarsi come destate da antichi riti dimenticati di quei luoghi millenari.
“Già, abbiamo fatto la spola tra la città ed i boschi...” disse divertito Cales a Dacey “... laggiù vedo delle luci...” indicando una taverna “... sarà meglio fermarci là... non è prudente proseguire nel bosco col buio della sera...”
Arrivarono così davanti ad una vecchia locanda con un grosso faggio davanti all'ingresso.
Era una costruzione in pietra e legna, molto rustica e poco curata.
Ciò che colpì però fu l'insegna che cigolava da un paletto che fuorusciva dall'ingresso nella parte alta.
Era il nome della taverna a destare inquietudine:

“Alla pecora sgozzata”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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