“Si, presto...” disse il giardiniere a Gwen “... presto, venite con me...”
Uscirono dalla casa e raggiunsero il cortile che si trovava dietro l'abitazione.
Qui vi era un cancelletto che dava verso il costone.
Lo attraversarono e si ritrovarono in un vicoletto laterale.
Da qui arrivarono al palazzo presbiterale sorvegliato da due guardie.
“Si, andatevene.” Disse un altro di quelli seduti ai tavoli.
Cales annuì a Dacey e prendendo il loro thè salirono insieme nella camera affittata.
“Strana gente...” disse Cales chiudendo la porta e guardando poi Dacey “... i loro modi, il tono usato, gli occhi con cui ci guardavano, le espressioni sui loro volti... tutti segni evidenti... avevano paura... sono spaventati a morte. E credo siano molto superstiziosi. Come se il non parlarne tenesse lontano da loro la bestia, o presunta tale. In questo punto del bosco, lontano dalla città, senza i soldati a proteggerli, questi uomini e queste donne hanno solo la superstizione a proteggerli da ciò che credono sia la bestia.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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