“Perfetto, madama.” Disse l'uomo a Destresya. “Si tratta delle più alte cariche cittadine. Voi le accoglierete come si conviene, con cortesia e discrezione, riservando loro i servigi migliori e tutto ciò che domanderanno. Questo è un anticipo che loro vi offrono per la vostra affabile disponibilità. Naturalmente avrete sempre amici in questa città.” Lasciando sul tavolino un sacchetto con diversi Taddei d'oro.
Le due guardie guardarono Gwen ed il giardiniere.
“Emergenza...” disse uno dei militari “... che emergenza? E' tardi, tornate domani.” In modo brusco.
“Si, domattina riproveremo a parlare con il taverniere o sua moglie.” Disse annuendo Cales a Dacey, guardandola mentre si pettinava i capelli rivolta verso la finestra.
La ragazza guardava il bosco buio ed infinito, sotto un cielo scintillante di stelle nitide ed ammalianti, con le sagome maestose delle alte montagne che si stagliavano contro l'oscurità misteriosa di quei luoghi.
Ad un tratto la ragazza vide uscire qualcuno dalla taverna.
Un vecchio mendicante cacciato via dal taverniere.
Aveva con sé una fisarmonica e si sedette sopra la staccionata che recintava l'aia.
Cominciò a cantare:
“Da sempre boschi e foreste hanno alimentato le paure più profonde ed intense dell'uomo... niente potrebbe terrorizzarci di più che qualcosa di mostruoso possa emergere dall'oscurità fra i tronchi aggredirci, trascinarci via e mangiarci via...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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