Gwen, sollevata, lasciò il palazzo di Destresya e raggiunse il giardiniere che attendeva davanti alla carrozza.
Ormai era l'alba e tornarono a casa, attendendo che qualcosa di positivo accadesse riguardo ad Elv.
Il taverniere annuì e fu costretto a sedersi con Dacey e Cales.
“Avanti, vi ascoltiamo.” Disse il naturalista.
“Ecco...” il taverniere “... non c'è molto da dire... quel simbolo alla parete è lì da sempre, c'era già quando acquistai questa taverna dal mio padrone che andava in pensione... si dice tenga lontani i lupi mannari... e con la storia della bestia poi, beh, è rassicurante vederlo impresso sul muro... su quel dannato animale cosa volete che vi dica? Sin da piccolo si raccontano storie sui suoi massacri e divenuto adulto faccio finta di non ricordarle...”
“O forse è poi difficile potergli sfuggire...” disse Hiss ad Altea controllando il terreno ora che era mattino “... probabilmente è molto veloce nell'attaccare, oppure è silenziosa... magari entrambe le cose, chi può dirlo...”
Intanto Justine ordinò di portare il cadavere della vittima in città.
“Era molto giovane...” mormorò fissando quel corpo dilaniato “... ed anche bella... solo una bestia può deturpare così la bellezza e la gioventù...” malinconica.
“Ehi, ho trovato qualcosa!” Ad un tratto Hiss indicando il terreno. “C'è un'impronta... e credo sia molto interessante...”
Justine si avvicinò e guardò.