Quel trambusto, poi il rumore dei cavalli, le voci dei soldati.
Poco dopo la porta della stanza si aprì ed una donna in uniforme entrò gettando il suo cappello su una sedia.
Era molto bella, aveva l'aria stanza e gli stivali sporchi di terreno.
“Eccovi.” Disse Ruspon. “Vedo si fanno le cose in gran segreto alle mie spalle.”
“Per favore, non è giornata...” seccata lei, accorgendosi di Destresya.
“Perchè non ho saputo della nuova vittima?” Tuonò Ruspon.
“Avete poteri taumaturghi?” Sarcastica la donna.
“Al diavolo!” Inviperito Ruspon.
“E questa bella dama?” La donna rivolta a Destresya.
“E' madame Destresya, gestisce un bordello in città.” Ruspon.
“Messer Justine, molto lieto...” lei baciando la mano a Destresya.
Gwen si affacciò dalla finestra e vide qualcuno davanti al cancello.
Era Elv, avvolto nella sua giacca.
Cales ringraziò il curato.
Poi con Dacey cominciarono a leggere quelle cronache che sembravano davvero molto antiche.
Il curato uscì e li lasciò tranquilli.
Allora i due giovani iniziarono a scoprire cosa nascondevano quegli annali.
Un documento, piegato tra le pagine e redatto da un certo notaio Du Vaun, così recitava:
“Per ordine del marchese Jeron Gothen, da oggi non verranno più registrati decessi causati dalla cosiddetta bestia della Sundra, avendo gli stessi raggiunto un numero sproporzionato ed incalcolabile, per evitare il proliferare di superstizioni ed isterie di massa.
Tutti i curati della zona sono dunque obbligati a non annotare alcuna più aggressione, in modo che il tempo cancelli il loro ricordo della memoria popolare.”
Gozil rise ad Altea.
“Vedrai, donna.” Disse sicuro di sé. “Abbiamo salvato la Sundra e forse l'intero ducato. Ci attendono onori e trionfi, l'ammirazione popolare ed ovviamente una cospicua ricompensa.” Compiaciuto.
Così Hiss, Altea, i briganti ed il loro trofeo in decomposizione si avviarono in città, giungendoci dopo poco meno di un'ora.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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