Mentre mi allontanavo dal palazzo presbiteriale continuavo a pensare alla bestia, alla sua possibile uccisione e a tutti i tasselli che mancavano in quella faccenda.
Volevo saperne di più, non mi bastava ascoltare volevo scoprire qualcosa di mio.
Decisi così che avrei fatto una cavalcata nei dintorni di Sant’Agata, dopotutto era giorno, magari vedendoli di persona avrei potuto scoprire qualcosa di più, o avere qualche intuizione.
Sempre meglio che stare in paese ad aspettare la sera.
Così mi avvicinai verso il palazzo, tra le stradine sognanti, i negozietti aperti, le piccole osterie, passai davanti alla statua del patrono, poi al duomo, infine mi inoltrai in una stradina che condusse dall’altro capo del paese rispetto al palazzo presbiteriale, dove si trovava il mio palazzo.