"Un ottimo momento per uscire a cavalcare, dunque!" sorrisi, prendendo alcune armi da fuoco e sistemandomele sotto la gonna, nella mia sottogonna fatta apposta.
Metti mai che la mia curiosità fosse stata nociva come quella proverbiale che uccise il gatto.
Sellai il mio cavallo e mi diressi verso l'uscita.
"Beh, se non torno entro domattina direi che l'euforia generale è stata frettolosa!" scherzai, salutando il mio servitore.
Uscita dal palazzo voltai a destra, prendendo la strada panoramica, dove facevano bella mostra di sè i tavolini della locanda, dove il solito gatto randagio elemosinava pezzetti di prosciutto o leccornie varie agli avventori che si godevano il pranzo nel tepore ventilato di quella giornata primaverile.
Dovetti abbassarmi per passare sotto l'arco della finestra catalana, uno degli angoli più magici di Sant'Agata, poi svoltai a sinistra imboccando una strada che scendeva, costeggiando il costone, verso quel bosco così inquieto e selvaggio che circondava la bella cittadina.