Il vecchio ascoltò Gwen ed i suoi occhi si fecero stretti, piccoli, carichi di rabbia.
“Dannato mostro...” disse “... è diabolicamente furbo... assale solo prede facili... ha atteso che io mi allontanassi... ciò vuol dire che sa della vostra presenza...” a Gwen “... di voi e della bambina... già, questo lo attrae... donne e bambini...”
Cales osservò il braccio monco di Destresya, studiando bene la ferita, per poi rifasciarlo con cura.
“Grazie...” disse alla ragazza ferita.
Fece un passo indietro, dove Dacey gli aveva parlato a bassa voce.
“E' molto strano...” rivolto alla nipote del presbitero “... è la prima volta che ho potuto vedere una ferita non mortale su una delle persone aggredit... una ferita che possa cicatrizzarsi... ebbene... è strana... molto strana... i tessuti sono tagliati di netto, dunque la lama deve essere molto affilata... sottile ed affilata... mi viene in mente una katana, ossia la spada usata dai samurai giapponesi... ma la cosa che più mi stupisce è quella crosta rosso scuro sulla pelle lacerata... indica che la carne in quel punto era stata scottata... quasi cotta... ciò significa che l'arma utilizzata era calda... parecchio calda direi... ma chi si sposta con un'arma incandescente addosso?” Turbato. “Questo mistero è sempre più fitto... sempre più assurdo...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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