Il buio regnava ovunque, rotto solo dall'austera luce di una candela.
Ed accanto a questa, illuminata da quel tepore, vi era il volto di un frate.
"Possibile che ci incontriamo sempre in situazioni movimentate o critiche, messere!" Disse il frate.
"Sangue del demonio" disse Guisgard "siete proprio voi! Frate Elia!"
"Amate troppo le beghe ed i duelli, amico mio" aggiunse sorridendo il frate "dovreste scegliere una vita più tranquilla."
"Grazie di avermi tratto in salvo" disse Guisgard "stavolta credevo fosse davvero giunta la fine."
"Il vostro labbro sanguina...venite, ci metteremo sopra qualcosa." Disse il frate. "E quell'occhio pesto! Figliolo, siete più litigioso di un Lancillotto!"
"Già, Lancillotto..." Ripetè con un tono da beffato Guisgard.
Poi raccontò al frate tutta la storia, dell'espediente degli attori itineranti all'arrivo a Tintagel.
"Cosa avete fatto per attirare l'attenzione delle guardie del barone?" Chiese il frate.
"Lasciamo perdere..." Rispose Guisgard che poi aggiunse:
"Pittosto...credo di essere stato un idiota a lasciare gli altri da soli..."
"In effetti" rispose frate Elia "non credo sia stata lo mossa più furba che abbiate compiuto in vita vostra."
"Questo posto non mi piace..." Disse Guisgard.
"C'è una strana aria qui" disse il frate "come se l'attraversasse un sinistro lamento di morte. Il barone poi, lord Niclas, è un uomo oscuro e misterioso e suo fratello sir Geowan non gli è da meno. Bisogna essere cauti. Senza dimenticare poi che fuori le mura di Tintagel si aggirano i feroci cavalieri neri..."
Guisgard lo fissò con una strana inquietudine che gli attraversava lo sguardo.
Intanto, il resto della compagnia stava discutendo sui vari problemi che erano arrivati così improvvisamente.
E dopo aver ascoltato i propositi di Hastatus, Jigaen disse:
"Cavaliere, in voi è forte il valore e la costanza,
ma il capitano delle guardie ricorda Gano di Maganza!
Incontrare lui è come vedere madonna Sciagura
e tutti noi potremmo finire vittime di una congiura!"