“Ah, non ne ho idea, ragazzi miei...” disse Aratos guardando Dacey e Cales “... io posso solo dirvi che questi calcoli sono probabilmente fasulli, a meno che, appunto, non siano stati fatti con conoscenze e strumentazioni di cui noi oggi ignoriamo l'esistenza.”
“Bene, vi ringrazio...” mormorò Cales un po' deluso “... vi ringrazio del tempo che ci avete dedicato...” alzandosi, ma senza lasciare mai la mano di Dacey.
“Non siate sconfortato, ragazzo mio...” Aratos “... non abbattetevi... siete in gamba e state facendo del vostro meglio...”
“Evidentemente non basta...” Cales all'uomo “... visto che la gente continua a morire in queste lande...”
Aratos annuì rammaricato ed i due giovani lasciarono la sua casa.
Un cielo cupo aveva avvolto la città ed i boschi tutt'intorno.
La pioggia aveva cominciato a scendere con una certa intensità e qualcosa di sinistro si respirava nell'aria.
“E se ci avesse mentito?” Cales mentre camminavano verso il palazzo presbiteriale. “Se quell'Aratos ci avesse volutamente messo fuori strada?” A Dacey. “Se davvero c'è una setta che opera in queste terre devono pur esserci i suoi adepti, no? Magari nascosti tra la gente comune... quell'Aratos è un astronomo... potrebbe benissimo essere tra i sospettati, non credi?”
Aratos intanto era rimasto a guardarli andare via, celato dietro le tendine della finestra di casa sua.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|