Discussione: Il nome della perla
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Vecchio 16-06-2018, 23.30.24   #1178
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Elv rispose subito con ardore al bacio di Gwen, stringendola contro il suo petto nudo.
Un bacio lungo, intenso, profondo, caldo.
Le mani di lui tenevano ferma la ragazza, i suoi modi virili, quasi rudi, senza smettere di assaporare le sue labbra.
Ad un tratto però qualcosa interruppe il loro idillio.
Delle grida che giungevano da fuori.



“Magari non un mostro mitologico” disse Guisgard a Destresya “ma forse un animale sconosciuto si. Potrebbe esserlo. Dopotutto in natura esistono ancora molti segreti.”
Era ormai sera inoltrata.
“Col vostro permesso, eminenza, mi ritirerei.” Lui al presbitero. “Voglio preparare un paio di fucili e studiare le mappe della zona che mi sono procurato. Domattina, a Dio piacendo, voglio uscire per una battuta di caccia.”
“Non volete attendere di conoscere cosa diranno gli uomini di messer Ruspon?” Chiese il chierico. “Magari è davvero una lince, cavaliere.”
“Non credo affatto, eminenza.” Rispose Guisgard. “La bestia non solo non divora le vittima, ma ignora persino le carcasse avvelenate. Escludo dunque questa possibilità. Buonanotte, eminenza.” Salutò. “Sogni d'oro, madama.” A Destresya. “Felice notte, madamigella.” Rivolto poi a Justine.
Ed andò nella sua camera.



Le parole di Dacey per un attimo fecero riflettere Cales, che guardò verso la porta, ma poi lo sguardo di lei, provocante e malizioso, lo indussero ad ignorare tutto ciò che non fosse la sua bellezza.
Con la mano la ragazza spinse ancora la testa del naturalista verso di lei, sui suoi seni scoperti, sodi ed invitanti, con lui che subito riprese a baciare e a succhiare.
La ragazza sentiva le labbra e la lingua di lui che tormentavano in languide ed eccitanti carezze i suoi capezzoli ormai turgidi e sporgenti.
Quel gioco li aveva resi così sensibili che quasi le facevano male.
E ciò rendeva tutto ancora più eccitante.
Poi la mano di Dacey scese di nuovo fino ai pantaloni di Cales, stringendoli e cominciando un inebriante massaggio dove lui era più forte e virile.
“Ohhhhh... Dacey...” disse il giovane sui seni di lei, sospirando e gemendo di sollievo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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