Fuggiva.
Fuggiva incredula e spaventata.
Tutti gli altri erano stati uccisi, trucidati uno dopo l'altro.
Anche le donne.
Era rimasta sola lei.
Il suo fucile non aveva più pallottole.
Le aveva usate tutte per uccidere la bestia, ma inutilmente.
Era invulnerabile ai colpi dei fucili e delle pistole, così come alle punte delle baionette.
Ma non solo.
Prima di essere ucciso Ruspon aveva provato col fuoco, accendendo una torcia.
Ma neanche le fiamme parevano in grado non solo di uccidere, ma anche di ferire la bestia.
Ora Justine correva.
Correva da sola nel bosco, come la preda fa col predatore alle costole.
Correva Justine, senza più fiato in gola.
Raggiunse un albero e vi si appoggiò.
Solo per un istante pensò.
Poi avrebbe ripreso la sua fuga disperata.
Ma sentì qualcosa.
Bzzzzzz... zzzz... bzzzzzzzzz... zzzz...
Non ebbe il tempo di voltarsi.
Qualcosa la raggiunse e la colpì.
Era ancora viva quando le furono aperte le carni e strappata via l'intera spina dorsale.
Allora un grido si alzò sul bosco.
Indefinibile, terrificante e misteriosamente mostruoso.
Un grido che nessun animale conosciuto avrebbe potuto lanciare.
Un grido quasi di trionfo e di sfida allo stesso tempo.
Il grido di un predatore che intimorisce le sue prossime ed ultime prede.
Un grido che anche Guisgard, Destresya, Gwen, Elv, la zingara ed Ammon udirono.