Guisgard era intrappolato nel fango, disarmato.
Dai rami saltò giù qualcosa.
Era la creatura, non più mimetizzata.
Aveva ignorato i richiami di Destresya che inutilmente aveva cercato di colpirla e di portarla via.
Alta più di due metri, aveva tutto il corpo rivestito da una spessa ed incredibile corazza che nessuna arma al mondo sembrava in grado anche solo di scalfirla.
Strani strumenti erano legati ai suoi polsi ed all'altezza dei suoi fianchi, che emanavano luccichii sconosciuti e quel ronzio udito da tante vittime.
Bzzzzzzzzzz... zzzzzz... bzzzzzzzzzz...
Si fissarono a lungo.
Preda e predatore.
Gli occhi azzurri di Guisgard erano in quelli inanimati e misteriosi della creatura.
“Avanti, uccidimi e falla finita...” disse l'inviato del vescovo “... avanti, uccidimi, bastardo!” Gridò.
Ma ad un tratto la creatura cominciò ad emettere degli strani suoni, che per quanto indescrivibili e misteriosi sembravano assomigliare in tutto e per tutto ad un tossire.
Come se quell'essere fosse in grado di tossire.
Allora cominciò a togliersi l'elmo, mostrando il suo aspetto.