“Tu cercalo verso la galleria, io invece risalirò al primo piano, magari è andato di sopra.” Disse Chef a Gwen. “Appena lo trovi da subito l'allarme, così lo acciuffiamo ed una bella denuncia non gliela toglie nessuno.” Seccato. “Ci manca soltanto che si diffonda la voce su come sia facile entrare nel castello.”
“Già, pare di si.” Disse lui a Dacey. “Beh, mi sembra piacevole la cosa. Almeno da parte mia.” Sorridendo. “Visto che ci siamo, mi fa compagnia mentre finisco il mio cappuccino? Lei cosa prende?”
Intanto le ballerine dietro di loro continuavano a sghignazzare come oche, facendo considerazioni tanto sciocche, quanto comiche verso Dacey.
“Suo padre mi ha concesso questa stanza” disse Iasefol ad Altea “come salottino privato per il mio lavoro. Ho bisogno di discrezione e tranquillità, per questo sono venuto dal mio vecchio amico. Ma forse sua figlia non dispone del medesimo tatto di suo padre.” Fissandola da dietro i suoi grossi occhiali scuri. “La prego dunque di lasciarmi tranquillo, per favore.”
“Nessuno lo sa.” Disse divertito l'inserviente a Destresya. “Ma lui sa dove siamo tutti noi.” E proseguì.
“Che idiota quel ragazzo...” commento Swan, il più introverso e schivo dei tre assistenti della prestigiatrice.
“Vuol dire che quel Phoemnisk ci sorveglia tutti con le telecamere?” Best, il meno sveglio dei tre.
“Magari vuol solo darsi delle arie...” sarcastico Yanox, il più razionale dei tre giovani.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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