Discussione: Enigmi a Camelot
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Vecchio 09-08-2018, 23.12.47   #4115
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quando Ordifren era un giovane novizio al convento di San Michele Arcangelo più a volte aveva sentito i monaci parlare dell'ultima cella, quella in cima alla scalinata e che a lui era vietato salire.
Due volte al giorno, all'ora terza ed all'ora nona, un monaco portava in quella cella un pasto caldo con dell'acqua, di Domenico anche con del vino.
Per il ragazzo tutto ciò era un mistero che divenne ben presto un'ossessione.
Così, un pomeriggio, di nascosto decise di salire quella scalinata, arrivando davanti alla misteriosa ultima cella.
La porta era socchiusa ed allora vi sbirciò oltre.
Vide un uomo robusto, con le spalle più larghe di qualsiasi altro monaco del convento, lunghi capelli argentati ed indosso un ampio saio chino a leggere su uno scrittoio.
“Fai troppo rumore...” disse ad un tratto lui senza voltarsi “... non potrai mai diventare un cavaliere.”
Ordifren restò profondamente sorpreso, come se quell'uomo avesse gli occhi anche dietro la nuca.
“Vieni avanti, su.” L'uomo.
Ordifren però, spaventato, scappò via.
Trascorse tutto il giorno a rimuginare sull'accaduto.
Nessuno dei monaci lo riprese, segno che l'uomo dell'ultima cella non aveva rivelato ad alcuno ciò che era successo.
Così, il giorno dopo, vinto dalla curiosità, Ordifren ritornò su, stavolta entrando nella cella.
Cosa accadde dopo, ossia l'amicizia con quell'uomo di nome Roberto che un tempo fu cavaliere e che terminò i suoi giorni in quel convento con il saio indosso, Ordifren lo rammentò ogni giorno, soprattutto quando fu cacciato dal convento e dovette lasciare quelle terre.
Lo rammentava perchè Roberto, credendolo un giusto, lo amò come un fratello minore ed in punto di morte gli rivelò dove aveva sepolto le sue ricchezze di cavaliere prima di prendere i voti.
Che fosse vero o meno, Ordifren decise di provare a cercare quel tesoro.
Raggiunse il luogo indicatogli da Roberto, un antico castello diroccato e cominciò a scavare secondo le parole del nobile uomo.
I suoi dubbi si dissolsero quando dalla terra di quel posto tirò fuori sei grossi forzieri, pieni zeppi di pietre preziose giunte dall'Oriente, gioielli appartenuti alle principesse di Cipro e di Rodi, monete d'oro e d'argento battute dai grandi Satrapi del re di Persia, perle e coralli delle Indie e le ceramiche più rare e preziose del Catai, oltre alle corone dei più importanti sovrani dal Borneo al Giappone.
Per non dare nell'occhio riverso quell'incredibile ricchezza in sei bare, sigillandole con catene maledette.
Ripartì portandosi dietro quell'indicibile tesoro che secondo la leggenda protesse con un codice oscuro ed indecifrabile, conosciuto come Aureo di Uaarania.
Una delle tante versioni dell'Aureo di Uaarania presenta 9 parole racchiuse in tre file perpendicolari, tutte legate da un particolare, eccetto una.
L'Aureo di Uaarania in questione così recita:

"SATIRA-CESPO-ATTORE
SALITA-CAMMINO-TEATRO
MONACI-RISATA-PESCO"

E voi, dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere l'Aureo di Uaarania?
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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