Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 25-11-2009, 01.16.27   #127
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

XLI

“Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile ed alta più che creatura,
termine fisso di eterno consiglio,
tu sei colei che l’umana natura
nobilitasti si, che ‘l suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.”
(La Divina Commedia, XXXIII, 1)


Nulla seguì l’eco di quel delirante ululato.
La Luna, che timida e meravigliosa si era affacciata dalle alte nuvole, in un momento rientrò nel suo giaciglio e pian piano il buio della sera ricoprì ogni cosa.
I tre tornarono a casa.
Nessuno di loro però toccò cibo.
Ardea era in piedi accanto al camino, assorto nei suoi pensieri e forse tormentato dai suoi antichi demoni, che sembravano voler prendere vita dalle mistiche forme che assumeva il fuoco del focolare.
Ma ora vi era un demone ben più reale.
Che non tormentava solamente il suo cuore, ma la vita di innumerevoli persone.
Un demone giunto da un lontano Inferno con l’unico scopo di perseguitare i vivi e spingerli nella disperazione più cupa.
Perché, come gli ripeteva spesso l’abate Petrillus, suo maestro spirituale, il demonio ha come unica arma quella di portare alla resa l’uomo attraverso la disperazione.
All’improvviso, Ardea uscì fuori.
Passeggiò da solo nello spiazzo.
Scrutava il cielo, reso opaco dall’aria sporca e pesante e cercava risposte ai suoi dubbi.
Risposte che in realtà sapeva bene erano celate solo in fondo al suo cuore.
“Se mio padre fosse vivo” pensò tra un impeto di viva rabbia “avrebbe già liberato questo sfortunato luogo dal suo flagello! E se io valgo anche solo la metà di quel grande uomo, allora Tramanto conoscerà davvero cos’è l’Inferno!”
Dopo alcune ore, vista la prolungata assenza, Biago uscì in strada e trovò il suo amico seduto sotto un olmo.
“Così ti seccheranno i polmoni!” Disse appena ebbe raggiunto il cavaliere. “Questo tanfo è malefico!”
“Domani affronterò quel maledetto che tiene sotto il suo giogo questa gente!” Disse all’improvviso Ardea.
“Non puoi farlo!” Esclamò Biago. “Tramanto ha reso cibo per il suo cane tutti coloro che hanno osato avvicinarsi ai suoi pascoli! E’ una follia!”
“Devo farlo per mio padre!”
“No, tu devi dare una discendenza al ducato, non farti ammazzare come uno sciocco!”
“Discendenza?” Disse Ardea “Un figlio che porti nel suo cuore e sul suo onore l’onta di suo padre?”
“Non c’è peccato in te, Ardea.”
“Si, invece! E solo riassestando il feudo di mio padre potrò tentare di porvi rimedio!”
“Ti prego, desisti!”
“E per cosa?” Chiese Ardea. “Per vivere come un vigliacco ed un ignavo?”
“Sei un nobile cavaliere, vivi come tale.”
“Tra meno di un anno potrei essere già morto. Rammenti il duello con il cavaliere misterioso?”
Biago non rispose nulla.
“E’ deciso” disse Ardea “domani affronterò Tramanto.”
Poco dopo, i due rientrarono in casa.
Ardea chiese alla pia donna dove fosse una chiesa.
Giuspo si offrì di accompagnarlo.
Così giunsero in una bella chiesa posta al centro di Caivania.
Nell’abside dominava un meraviglioso dipinto della Santissima Madre di Dio.
“E’ la Madonna di Campiglione.” Spiegò Giuspo. “Da secoli dispensa grazie straordinarie al popolo caivanese.”
Ardea allora recitò con pietà e devozione i Divini Misteri del Santo Rosario.
Ad un certo punto, un prete salì sull’altare ed iniziò ad invocare, con una mistica litania, gli appellativi della Santa Madre di Dio.
“Vergine Prudentissima…Vergine Venerabile…Vergine degna di lode…Regina della Speranza…Regina della Fede…”
Ed ogni invocazione di quella misericordiosa litania sembrava scandire, come un inesorabile conto alla rovescia, l’avvicinarsi del momento in cui Ardea avrebbe affrontato il malvagio Tramanto.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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