Lo sentivo gemere, e non capivo più niente.
La sua voce riempiva l’aria della stanza, rendendola ancora più calda, lussuriosa, vogliosa e proibita.
Oh no, proibita no.
Ero la marchesa, dopotutto, potevo fare tutto quello che volevo, no?
E in quel momento volevo tutto quel membro, volevo assaporarlo in mille modi, volevo sentirlo tra le mie mani, tastarlo con le dita, ma ancora accoglierlo nella mia bocca e farlo impazzire con la mia lingua, per poi intrappolarlo nel mio sesso, farlo esplodere di piacere e gustarmi il suo sapore e la sua espressione.
L’espressione che aveva in quel momento, così persa, così eccitata, con gli occhi stretti, quasi non sopportassero la vista di me che giocavo con le mani sul suo membro.
E dire che non avevo ancora cominciato.
Lo feci avvicinare a me, e quando il membro fu vicinissimo al mio viso gli posai in cima un bacio, dolce ma sensuale, dato con tutte le labbra schiuse, umide e vogliose.
Lo fissai negli occhi e iniziai a tamponarlo.
La mia lingua si muoveva lenta sulla punta ormai scoperta, pronta e rossa, si muoveva in modo da fargliela sentire tutta, farlo impazzire, farlo andare fuori di testa. Ancora e ancora e ancora.
Lo guardavo negli occhi, e più lo vedevo perdersi, più mi eccitavo.
Continuai quella tortura, accarezzando con la lingua Tutto il membro, la punta si, ma anche tutta la lunghezza.
Oh si... tutta tutta tutta.
Volevo farlo morire di eccitazione, godermi i suoi gemiti e il sapore del suo membro.
Ma poi divenne insopportabile anche per me, che mi eccitavo di più ad ogni istante.
Infine, dunque, spalancai la bocca e lo accolsi tutto.
Tutto, fino in fondo.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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