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Vecchio 14-09-2018, 18.27.03   #267
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quella parole della bellissima Destresya, bionda, sensuale e peccaminosa, avvolta in quella leggera ed indecente vestaglia che si muoveva appena alla fresca brezza serale, accesero un lampo e lasciarono un brivido nell'azzurro indefinito degli occhi del conte.
Simili parole, dette con quel tono ed accompagnato dallo sguardo che in quel momento avvampava il volto di quella Messalina bionda avrebbero squarciato le difese di qualunque uomo, acceso ogni goccia del suo sangue e teso al massimo ogni centimetro del suo corpo.
Un ragazzino inesperto addirittura avrebbe ceduto in quello stesso istante, perdendo ogni controllo e dignità ai piedi di una simile Cleopatra.
Ma Fessen era un uomo troppo esperto, raffinato e virile per mostrarsi debole o in netta inferiorità al cospetto di una tale dominatrice.
Benchè a quelle parole il mare della sua mascolinità aveva già issato i pennoni e l'albero maestro era già gonfio con le vele al vento, seppe, da audace ed astuto filibustiere degli oceani vissuti nei suoi viaggi, tenere fermo il timone, salde le cime e ben chiusi i boccaporti per bloccare ogni fuoriuscita d'acqua salmastra nella stiva.
Da capitano risoluto seppe affrontare i venti impetuosi che ululavano di desiderio sessuale e resistere alle alte onde schiumose che volevano travolgere il suo pesante bastimento.
Egli era un Ulisse troppo esperto per temere di perdersi nel lascivo canto delle sirene o per preoccuparsi di restare insabbiato nella profonda e bagnata tana di Circe.
Ambiva alle capricciose grazie di Calipso ed alla volontà proibita di Nausicaa.
Sorrise appena, senza lasciare mai gli occhi di Destresya.
“Per un compenso come voi, madama, mi offrite” disse guardandola tutta, in un lungo e lento sguardo simile a quello che si rivolge alla più nobile e sgualdrina della principesse “potrei mai negarvi tali pratiche? Dopotutto siete la padrona qui ed ogni vostro capriccio, bisogno e desiderio deve essere soddisfatto... dico bene?” Con un cortese inchino. “Ebbene, mia nobile madama... vorrà dire che vi rivelerò di un audace gioco molto amato dalla moglie dell'Arconte di Lesbo, nel mar Egeo... si narra comparisse in un libro di arcaici incantesimi adoperati dalla maga Armida... la pratica, alquanto bizzarra, come tutte quelle in cui la moralità e l'onore obbediscono al piacere più profano e promiscuo, permette, pare, di mutare una donna nobilissima e potete, come lo siete di certo voi, in una cavalla... ed io stesso, ammetto, che da tempo desideravo comprarne una, indeciso come sono tra una vigorosa e ribelle basca, oppure una chiara e scalpitante persiana... dite potremo trovare una degna donna pronta a sottoporsi a tale pratica?”
Ad un tratto tra i cespugli si vide Lila, cmpletamente nuda che con aria fintamente ingenua mangiava un grappolo d'uva matura.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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