Guisgard annuì con la testa.
Valeva la pena tentare.
E così, nel cuore della notte, la compagnia, preparata ogni cosa, con l'aiuto dell'oscurità uscì dalla torre.
Stranamente le poche guardie che facevano da sentinelle erano addormentate, così non fu difficile per i nostri eroi uscire dal castello. Sembra che lo stratagemma di Morris avesse funzionato.
Raggiunsero così il convento, per mettere al corrente di tutto i frati.
Ma qui frate Elia rivelò loro una tremenda realtà.
"Amici miei" cominciò a dire "è accaduto un fatto terribile..."
"Di cosa parlate, frate?" Chiese Guisgard.
"Il ladro che hanno catturato e che fra tre giorni giustizieranno" rispose frate Elia "è il piccolo Arnò. L'abbiamo saputo stasera da due guardie che discutevano ad alta voce. Domattina vi avrei riferito tutto..."
"Non possono giustiziare un ragazzino innocente!" Gridò Guisgard. "Sanno benissimo che lui non c'entra!"
"Molto innocenti sono morti in questa storia" disse il frate "e uno in più per loro non fa differenza."
"Allora non abbiamo molta scelta!" Disse Guisgard.
Poi rivolgendosi ai suoi compagni aggiunse:
"Amici, voi dovete incamminarvi verso Camelot. Lì organizzerete un piano e ritornerete con dei rinforzi."
"Fatemi capire, cavaliere" lo interruppe il frate "e voi invece cosa vorreste fare?"
"Me lo chiedete? Cercherò di liberare Arnò. Da solo e con un'azione a sorpresa avrò forse più possibilità. In troppi saremo certamente scoperti immediatamente." Rispose Guisgard.
"Da solo in quella tana di lupi è come andare al macello con le proprie mani." Disse il frate.
"E' l'unica cosa da fare. Ormai è deciso. E comunque siate fiducioso, mio buon frate" disse con fare guascone Guisgard "non sarà tanto facile farmi la pelle."
"Figliolo" disse il frate scuotendo la testa "da quando vi conosco ho imparato che l'impulsività e la testardaggine sono le vostre caratteristiche principali. Che la Divina Misericordia vegli su tutti noi!"
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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