Quello sguardo rivolto a Lila fece passare un'ombra di gelosia sul mio viso.
Ero una dea gelosa, e volevo quello sguardo solo per me.
Ma fu solo un attimo, e quando lui parlò, ogni fibra del mio essere riprese a fremere, battere e impazzire.
Lo osservai attentamente, continuando ad accarezzare dolcemente il suo braccio, in modo lascivo e leggero, carico di tensione, passione, capace di fargli capire quanto mi facesse perdere la testa tutto quello.
Più lui parlava, più io impazzivo.
Quel suo rimanere immobile davanti alla mia nudità e insieme mostrami quanto mi desiderasse, bramasse, quanto volesse tutto di me, mi faceva perdere ogni controllo e remora.
"Allora venite con me.." facendo scivolare la mia mano lungo il suo braccio fino a raggiungere la sua, per poi attirarla a me, fino a sfiorare il mio corpo lievemente all'altezza del bacino, così vicino al mio sesso da farmi sussultare.
Ma volevo giocare fino in fondo, e volevo che fosse lui a perdere il controllo.
Volevo vedere il suo viso perdere quella sicurezza e venire stravolto dalla passione, dalla voglia, dalla lussuria più sfrenata.
Oh ci sarei riuscita, eccome se ci sarei riuscita.
Era il gioco più eccitante che avessi mai fatto, eppure non ci eravamo ancora sfiorati, fatto salvo per il braccio e la mano.
Abbassai lo sguardo sui suoi pantaloni immaginando, fantasticando, sognando le meraviglie che contenevano.
Poi tornai a guardarlo e sorrisi, un sorriso che non celava la voglia sempre più insopportabile che avevo dentro di me.
Mi mossi e lo tirai con me, con uno sguardo lascivo, lussurioso, caldo.
"Nelle mie stanze..." sussurrai, con la voce rotta dal desiderio che mi divorava sempre di più.
Lo volevo, lo volevo ad ogni costo e quell'attesa rendeva tutto ancora più esasperato, folle, meraviglioso.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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