Il barone ascoltò in silenzio la voce di Altea che recitava quelle sublimi parole, quei versi immortali.
Ascoltò fissando l'infinità della notte, i misteri che scintillavano sotto forma di stelle ed i contorni enigmatici e magici delle lunghe ombre nella vallata intorno alla città.
“Che meravigliose parole...” disse quando lei ebbe concluso “... si, meravigliose... lessi tempo fa un poema del quale mi colpirono questi versi... la poesia esiste da sempre e sono le stelle... i poeti raccolgono quelle cadenti che si rompono e divengono frammenti di sogno...” sospirò “... grazie, madama... non mi stancherei mai di ascoltarvi...”
Ad un tratto sulla ringhiera di pietra della terrazza si posò un corvo.
Era lo stesso vesto da Altea sul crostone.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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