L'olio sulla mia pelle, caldo, vischioso, unto.
Il profumo di quel nettare era tutto intorno a me, trasportandomi in luoghi incantati e voluttuosi, fatti di sete orientali, di principesse schiave, di gemiti e sospiri che si fondono gli uni con gli altri.
Mano mano che l'olio mi avvolgeva, che le sue mani mi accarezzavano, strappandomi lunghi gemiti di piacere, l'incantesimo si compiva, e io cessavo sempre di più di essere una donna, una regina, un soldato, diventando unicamente la cavalla docile, fremente e scattante che non desiderava altro che essere cavalcata dal suo padrone ancora, ancora e ancora.
Le sue parole mi fecero fremere, ancora più eccitanti, quell'attesa era sempre più estenuante, sempre più insopportabile.
Non parlai, non potevo parlare, potevo solo lasciarmi andare, completamente a quell'uomo meraviglioso a quell'estasi senza fine.
Le sue mani sul mio corpo mi facevano impazzire, mi eccitavano, sorprendevano, facevano bruciare la mia pelle, bagnare il mio sesso, fremere ogni parte del mio essere.
Quando poi sentii la sua mano farsi strada tra le mie natiche non riuscii a trattenermi e un gemito caldo mi attraversò.
Sentivo le sue dita sul mio sesso caldo, umido, voglioso fino all'inverosimile, le sentii accarezzarlo, sfiorarlo, dare un po' di sollievo a quell'eccitazione folle che ormai da ore mi stava uccidendo.
Mi abbandonai, completamente, mi lasciai andare.
Quando poi la sua mano strinse il mio seno, gemetti ancora più forte, nitrendo come la cavalla in cui mi ero tramutata.
Per lui, con lui.... solo noi.
Un mondo fatto di piacere, intesa, folle lussuria e incredibile romanticismo schiudeva le sue porte a noi soli, predestinati e fortunati amanti che il destino aveva fatto incontrare.